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provinciale, alla votazione del documento politico nazionale e di eventuali emendamenti, alla designazione dei delegati all’assemblea regionale del 20 luglio e dei delegati all’assemblea nazionale del 22 luglio. mediterraneo, record di naufragi mentre i governi europei bloccano l’assistenza umanitaria in mare 12/07/2018 oltre 600 persone, tra cui neonati e bambini, sono annegate o disperse nel tentativo di attraversare il mediterraneo centrale nelle ultime 4 settimane soltanto. queste tragedie, che rappresentano la metà delle morti in mare nel 2018, sono avvenute mentre non c’erano più navi di soccorso delle organizzazioni non governative (ong) attive nel mediterraneo. un mese fa le autorità italiane hanno impedito alla nave aquarius, gestita in collaborazione da sos mediterranee e medici senza frontiere (msf), di sbarcare 630 persone soccorse in mare. altre navi umanitarie hanno subito blocchi e ostacoli da parte degli stati europei. “le decisioni politiche dell’europa nelle ultime settimane hanno avuto conseguenze letali. è stata presa la decisione a sangue freddo di lasciare annegare uomini, donne e bambini nel mediterraneo. è vergognoso e inaccettabile” ha dichiarato karline kleijer, responsabile delle emergenze per msf. “invece di ostacolare deliberatamente un’assistenza medica e umanitaria salvavita a persone in pericolo, i governi europei devono attivare un sistema dedicato di ricerca e soccorso nel mediterraneo centrale”. le navi umanitarie impegnate in acque internazionali tra malta, italia e libia sono state accusate dai politici europei di essere un fattore di attrazione, ma i recenti eventi in mare dimostrano che le persone disperate continuano a fuggire dalla libia indipendentemente dalla presenza di navi di soccorso. violenza, povertà e conflitti continuano a spingere le persone a rischiare la propria vita e quella dei propri bambini. i governi europei sono pienamente consapevoli degli allarmanti livelli di violenza e sfruttamento subiti da rifugiati, richiedenti asilo e migranti in libia, ma sono determinati a impedire alle persone di raggiungere l’europa, a qualunque costo. una componente chiave della strategia per chiudere il mediterraneo è di equipaggiare, formare e supportare la guardia costiera libica per intercettare le persone in mare e riportarle in libia, dal momento che navi non libiche non possono riportare legalmente le persone in libia perché il paese non è riconosciuto come posto sicuro. ma le persone soccorse nelle acque internazionali del mediterraneo non devono essere riportate in libia, devono essere condotte in un porto sicuro, come previsto dal diritto internazionale e marittimo. quest’anno la guardia costiera libica supportata dall’unione europea ha intercettato finora circa 10.000 persone, portandole in centri di detenzione in libia senza considerare le conseguenze per la vita e la salute di quelle persone. delegare alla guardia costiera libica tutta la responsabilità della ricerca e soccorso nel mediterraneo porterà soltanto nuove morti. si avvicina il periodo del picco di partenze e salvare vite deve essere la priorità più urgente. trafficanti senza scrupoli, che non hanno considerazione per la vita umana, continuano a mettere in pericolo le persone usando barconi precari e inadatti alla traversata. deve esserci un sistema adeguatamente equipaggiato e pienamente operativo per salvare vite umane nel mediterraneo. fino a quando questo sistema non sarà attivo, le navi di soccorso umanitarie hanno un ruolo vitale per fornire assistenza alle persone in mare e prevenire morti inutili. le ong dovrebbero poter utilizzare i porti sicuri più vicini per le operazioni di soccorso, compresi sbarchi e rifornimenti. “la decisione politica di chiudere i porti allo sbarco delle persone soccorse in mare, e la totale confusione creata nel mediterraneo centrale, ha aumentato la mortalità sulla rotta migratoria più letale al mondo ” ha detto sophie beau, vice presidente di sos mediterranee: “l’europa ha la responsabilità di queste morti sulla propria coscienza. i governi europei devono reagire immediatamente e garantire che il diritto internazionale marittimo e umanitario, che prescrive l’obbligo del soccorso in mare, sia pienamente rispettato”. “agitarsi, organizzarsi, studiare!”, progetto antimafia dell’associazione ragusana generazione zero 12/07/2018 l’associazione generazione zero è stata tra le vincitrice del bando “forza!”, finanziato grazie ai parlamentari di sinistra italiana che hanno versato una parte della loro indennità e articolato in due linee di finanziamento: “forza! x” (per), da 60 mila euro totali, rivolta ai piccoli progetti da mille fino a tremila euro e “forza! +”, da 40 mila euro, per finanziare progetti più grandi (fino a ventimila euro) rivolta a cooperative, associazioni e start up no profit che facciano inclusione sociale e lavorativa. generazione zero è tra le poche realtà associative in italia ad aver ricevuto il finanziamento previsto per la linea forza! x e, in queste settimane, l’associazione sta portando avanti le attività progettuali del suo “agitarsi, organizzarsi, studiare!” su tutto il territorio ibleo. il percorso intrapreso è articolato in diverse fasi e azioni tese a coinvolgere i ragazzi e le ragazze di ragusa, al fine di promuovere e valorizzare una cultura dei diritti puntando i riflettori su quattro temi portanti: ambiente, migranti, scuola e antimafia sociale. durante il progetto i partecipanti stanno portando avanti la scrittura di articoli e la messa in onda di due trasmissioni radio online. nei primi mesi del progetto è stata organizzata una formazione sui temi e le tecniche legati a queste attività. le prime fasi del progetto sono servite a costituire un gruppo coeso e con una forte identità sociale attorno al webmagazine https://www.generazionezero.org e che, prossimamente, sarà impegnato anche in radio con un programma durante la diretta della web-radio “radio golpe”. tra gli importanti compiti dei juniors anche la redazione di